Key Performance Indicators per una rete oncologica regionale. Verso un modello multilivello
Key Performance Indicators per una rete oncologica regionale. Verso un modello multilivello
Attilio Bianchi, Andrea Caporuscio, Luca Cataldo, Egidio Celentano, Anna Crispo, Maria Grimaldi, Daniele Leone, Giorgio Liguori, Sandro Pignata, Giorgia Rivieccio, Francesco Schiavone, Michele Simoni, Cristina ThiebaudDa lungo tempo la valutazione e la gestione della performance sono argomenti cruciali per le organizzazioni sanitarie (Voelker et al., 2001; Pirozzi e Ferulano, 2016). Le reti socio-sanitarie sono diventate un tema rilevante nella teoria della gestione sanitaria negli ultimi 20 anni. Una rete socio-sanitaria è “un gruppo connesso di operatori sanitari e organizzazioni dell’assistenza primaria, secondaria e terziaria, che lavora in modo coordinato e non vincolato all’esistenza di limiti organizzativi o professionali allo scopo di garantire un’equa fornitura di cure di alta qualità, clinicamente efficaci.” (Baker e Lorimer, 2000). D’altro canto, lo scambio di conoscenze è diventato fondamentale nei processi di sviluppo di questo settore; infatti, l’uso delle tecnologie digitali ha garantito la fluidità dei dati e delle conoscenze che coinvolgono attori pubblici e privati (Ancker et al., 2017).
Fino ad oggi, il settore sanitario ha implementato un ampio regno di sistemi IT per gestire la complessità dei servizi di assistenza. L’adozione della piattaforma digitale sta alimentando la proliferazione delle reti sanitarie aggiungendo istantaneamente sempre più competenze nella stessa catena del valore. La ricerca accademica sta studiando in misura sempre maggiore gli aspetti tecnologici, come l’ampliamento della disponibilità e dell’accessibilità dei dati, o il crescente potenziale di connettività. La letteratura precedente riconosce che la digitalizzazione e le piattaforme digitali possono svolgere un ruolo importante per ridurre gli impatti negativi della crescente complessità e dell’eterogeneità sulle prestazioni delle reti sanitarie. Berler et al. (2005) hanno proposto un importante strumento di gestione della conoscenza che ne consente la condivisione tra diversi stakeholder sanitari e tra differenti gruppi di assistenza sanitaria. Boschma (2007) ha attestato la distanza geografica come elemento meno importante quando si utilizzano le tecnologie innovative, nel processo di condivisione delle conoscenze all’interno del contesto. Uno studio di Peng et al. (2007) mirava ad analizzare quanto negli ospedali siano considerati importanti il capitale intellettuale e le performance nel settore sanitario. Elg et al. (2013) hanno suggerito che la misurazione delle prestazioni potrebbe essere un metodo versatile per favorire il miglioramento nelle organizzazioni sanitarie. Freeman (2002) ha identificato i problemi tecnici nella misurazione delle prestazioni dell’assistenza sanitaria nel settore pubblico: la selezione degli indicatori; la disponibilità, la validità e l’attendibilità dei dati; i confondenti; i problemi di robustezza, sensibilità e specificità.
Queste reti sono “gruppi autoportanti di professionisti che lavorano insieme per garantire la condivisione interdisciplinare di pazienti e competenze” (Skipper, 2010). La Scozia è un Paese pioniere nella costituzione e nella gestione di questo tipo di reti. Le reti socio-sanitarie sono solitamente organizzate a livello regionale, perché uno dei principali benefici attesi delle reti è la fornitura di cure tempestive per i pazienti da professionisti e istituzioni più idonei nell’area della rete (Skipper, 2010). Grazie a queste reti cliniche è sempre più facile creare pratiche innovative per migliorare l’efficienza del sistema sanitario.
Nonostante la centralità di tale argomento, pochissimi studi hanno tentato di analizzare i problemi di prestazione e valutazione di queste reti (ad esempio, Khare et al., 2016). La maggior parte di questi studi si è concentrata sull’identificazione di Key Performance Indicator (KPI) efficaci. Con KPI si fa riferimento a “misurazioni delle prestazioni quantificabili utilizzate per definire i fattori di successo e misurare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi aziendali” (Grigoroudis et al., 2012, p. 109). Migliorare le prestazioni significa essere in grado di misurarle. L’integrazione di più KPI da differenti ambiti organizzativi consente di creare dashboard utili, come la nota “Balanced Scorecard” (Kaplan e Norton, 1992), per comprendere il valore e le prestazioni delle organizzazioni.
Nonostante tale mancanza di ricerca, la valutazione delle prestazioni è un elemento cruciale, soprattutto nelle fasi iniziali, al fine di capire se la rete possa offrire vantaggi e valore ai pazienti, istituti e professionisti sanitari.
Tuttavia, questi pochi studi non hanno considerato l’impatto della conoscenza sulle prestazioni delle reti. La letteratura precedente riconosce che la conoscenza è un importante elemento per ogni organizzazione e istituzione sanitaria (Addicott et al. 2006; Peng et al., 2007). Evans et al. (2015) hanno studiato il valore delle risorse intangibili nelle organizzazioni sanitarie e come gestire sistematicamente e complessivamente queste risorse, e le reciproche interazioni in grado di migliorare le prestazioni. La conoscenza, infatti, definisce i livelli di qualità dell’assistenza offerta, che si riferisce al “grado in cui i servizi sanitari per gli individui e le popolazioni aumentano la probabilità dei risultati sanitari sperati e sono coerenti con le attuali conoscenze professionali” (USA, 2001). Come accennato in precedenza, le innovazioni tecnologiche aiutano a migliorare la realizzazione degli obiettivi strategici dell’azienda supportando la misurazione regolare dei Key Performance Indicator (Van Der Aalst et al., 2016). Tuttavia, nelle reti possono coesistere più livelli di conoscenza al fine di migliorare i processi aziendali. Le conoscenze che incidono sulle prestazioni aziendali possono provenire da livelli individuali, interaziendali e di rete (Schiavone, 2008). Il trasferimento di conoscenze è considerato come l’espansione di reti di utenti continuamente coinvolti. Le idee potrebbero sfuggire ai loro contesti aziendali iniziali per estendersi a un sistema più ampio (Williams, 2007; Narteh, 2008). Come affermato da Khare et al. (2016), i programmi di miglioramento delle prestazioni volti a garantire elevati standard di qualità delle cure sono una componente fondamentale dell’erogazione dell’assistenza sanitaria. Le piattaforme digitali hanno aperto nuove strade a favore dell’emergere in tutto il mondo di modelli di allocazione delle risorse, basati sul valore, in ospedali, regioni e aree terapeutiche, in particolare nel servizio dell’assistenza oncologica. In questo ramo della medicina, la complessità è ancora più accentuata, a causa della necessità di unire un numero maggiore di specialisti e risorse rare nei servizi di assistenza al paziente. Pertanto, vale la pena costituire una serie di KPI, adatti a catturare e monitorare le prestazioni di una rete oncologica che è soggetta a rischi di frammentazione e di dispersione del valore. Le operazioni e la gestione della catena di approvvigionamento nell’assistenza sanitaria sono piuttosto complesse a causa di una serie di motivazioni, come la variabilità umana, la mancanza di coordinamento e l’asimmetria delle informazioni. Tuttavia, l’attuale letteratura su questo problema industriale, non evidenzia come i manager delle reti sanitarie possano sfruttare la digitalizzazione per migliorare la misurazione delle prestazioni e la valutazione della loro catena di approvvigionamento. Questo documento cerca di rispondere, dunque, a due domande: quali sono i KPI più adatti alla misurazione del valore e dell’impatto della conoscenza nelle reti oncologiche e in che modo la digitalizzazione contribuisce al processo di sviluppo e misurazione di KPI affidabili per la catena di approvvigionamento di una rete sanitaria?
L’obiettivo del presente studio concettuale è quello di sviluppare un modello teorico costruito su più livelli e basato sulla conoscenza per la misurazione e la valutazione delle prestazioni economiche e cliniche di una rete socio-sanitaria regionale. In particolare, il modello si concentra su reti che forniscono assistenza ai pazienti oncologici.
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