The impact of Covid-19 emergency on live performing arts: Teatro Coccia in Novara and its supply chain

Looking for resilience along value creation processes

The impact of Covid-19 emergency on live performing arts: Teatro Coccia in Novara and its supply chain

Clementina Bruno, Fabrizio Erbetta, Giovanni Fraquelli

L’emergenza COVID-19 ed in particolare il periodo di “lock down” hanno impattato enormemente sulle abitudini personali e sociali dei singoli e delle famiglie, ma anche sull’economia e sul management delle organizzazioni operanti in qualunque settore, sia perché si siano trovate ad operare in situazioni di difficoltà, anche estrema (si pensi al settore sanitario, ma anche a tutte le imprese attive nei settori riconosciuti come essenziali), sia che abbiano visto la loro attività completamente arrestata dalla chiusura.

Purtroppo, il settore culturale, certamente non uno dei più ricchi nell’ambito del nostro sistema economico anche in condizioni ordinarie, sta soffrendo la crisi almeno quanto i settori industriali (uno studio, tuttora in corso, dell’Osservatorio Culturale del Piemonte sugli operatori dell’intero comparto culturale regionale evidenzia 6924 spettacoli ed eventi annullati e oltre 13 milioni di euro di mancati incassi – OCP, 2020).

In quest’ambito, nel momento in cui si scrive (maggio 2020), si riscontra che alcune organizzazioni possono ragionevolmente pensare ad una graduale ripresa delle attività in condizioni di sicurezza anche nel breve periodo. Per altre, in particolare per gli operatori dello spettacolo dal vivo, si inizia a parlare di una ripartenza che sembra però più lontana e più difficile, a causa della natura del servizio erogato. Le attività di spettacolo dal vivo richiedono infatti qualche forma di aggregazione di individui, molto difficile da gestire in ottemperanza alle pur necessarie normative sanitarie di distanziamento sociale.

Il settore rischia quindi di essere colpito più pesantemente e più a lungo di altri dal blocco delle attività e dalla crisi economica, fatto che coinvolge non solo le organizzazioni stesse, ma tutta la filiera produttiva “a monte”: gli artisti, gli artigiani e lavoratori del settore, oltre ai fornitori e alle imprese legate all’indotto generato dalle attività di spettacolo.

D’altro canto, il periodo di “lock down” ha evidenziato in maniera prepotente l’importanza della cultura nella vita degli individui e delle famiglie. Si pensi alle manifestazioni spontanee come i flash mob dai balconi, ma anche ai cori “virtuali” su musiche capaci di unire il paese (“Nel blu dipinto di blu”, “Va’ pensiero”, “Nessun dorma”, oltre ovviamente all’inno nazionale). Ma occorre ricordare anche l’offerta “professionale” di contenuti messi a disposizione, online e gratuitamente, dagli operatori della cultura (visite virtuali ai musei, registrazioni di opere liriche e pièce teatrali disponibili in streaming, concerti “da casa” da parte artisti famosi). In questo periodo particolare e difficile, il peso relativo della cultura nelle vite dei cittadini si è modificato o, quantomeno, se ne è formata una diversa e più consapevole percezione.

L’obiettivo di questo progetto, un work in progress ancora in fase di implementazione, è analizzare sia gli effetti dell’emergenza Covid-19  sul comparto culturale, in generale, e dei teatri d’opera, in particolare, sia il ruolo dello stesso settore nell’emergenza. In particolare, si intende sviluppare lo studio analizzando il caso di un’importante organizzazione attiva nell’ambito dello spettacolo dal vivo, il Teatro Coccia di Novara, prendendo in considerazione gli effetti dell’emergenza e della sospensione delle attività sia sull’organizzazione stessa, sia sul resto della filiera produttiva “a monte” (fornitori e lavoratori del settore) e “a valle” (pubblico).

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