Manifattura in transizione

Why manufacturing matters?

Sono passati quasi trenta anni da quando Cohen e Zysman (1987) titolavano: manufacturing matters. Ossia, la manifattura conta, importante, per leconomia di un paese sviluppato. Era un grido (di dolore) che negli Stati Uniti si levava contro il mito delleconomia post-industriale, come recita il sottotitolo del loro libro.

E che reagiva alla perdita costante di peso, nel valore aggiunto e nelloccupazione, che la manifattura americana registrava da anni nei confronti delleconomia dei servizi. Uneconomia che sembrava destinata non solo ad espandersi senza limiti, ai danni della manifattura, ma che aveva anche un effetto paralizzante, perchconfinava in un ambito ristretto (la manifattura) le innovazioni tecnologiche e la crescita della produttivit La manifattura conta, dicono Cohen e Zysman (e con loro molti economisti industriali), perchlalternativa lasfissia di una economia dei servizi che non genera produttivite non alimenta linnovazione.

Quello che successo da allora non ha confermato questa profezia, ma non ha nemmeno fornito una risposta alternativa chiara e incontrovertibile. Piuttosto, levoluzione del nostro sistema produttivo ha cominciato a seguire percorsi complessi, perchsono entrati in gioco molti nuovi fattori: alcune innovazioni tecnologiche fondamentali, nel campo ICT ma non solo; la globalizzazione dei mercati e delle filiere produttive; la crescita di consumatori intelligenti e attivi, che sostituiscono gradualmente i consumatori di massa, condannati per principio dalle imprese della vecchia manifattura ad una condizione (fedele) di passivitnon intelligente.

Dalla crisi del fordismo in poi, il vento cambia: e sia la vecchia manifattura che i vecchi servizi perdono la loro compattezza, man mano che le imprese, nei due campi, mettono a punto nuove rotte e nuove vele per sfruttare la forza del nuovo vento, che si trovano di fronte.

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