Innovazione, perchè no?

Il disagio occupazionale, reale, che si creato in tutta Europa e sicuramente nel nostro Paese, molto pigrande di quello che ci dice l’andamento del PIL e molto di pidi quello che pudirci anche l’indicatore ufficiale statistico della disoccupazione. Se ai disoccupati aggiungiamo, infatti, gli inoccupati, quelli che non cercano neanche piil posto di lavoro, i sospesi dall’occupazione – ossia i lavoratori in cassa integrazione e in situazioni simili – ma soprattutto, in termini di numero, i sotto-occupati, arriviamo ad un numero davvero impressionante: si tratta probabilmente di 6-7 milioni di persone solo in Italia, di 25 milioni nell’Unione Europea.

Se ad essi aggiungiamo anche il numero dei rispettivi familiari, ci accorgiamo che stiamo parlando di una quota rilevantissima della societcoinvolta direttamente o meno da questo fenomeno. Quindi ci sono 6-7 milioni di persone in Italia in questa situazione e, comprendendo anche le famiglie, un terzo della popolazione italiana vive questo disagio occupazionale. La situazione quindi grave.

Cosa sta facendo l’ innovazione italiana per ovviare a questa situazione? Nel mondo si fanno decollare le start-up, sono fresco reduce da una visita a Berlino ad una decina di Co-working molto attivi, da noi decollano convegni sull’innovazione fashion e sulle tecnologie glamour.

Chi sono gli innovatori? E che cosa mi ha insegnato l’ aver seguito molte star-up? Perchnon si innova? Per uscire da questa stagnazione come possiamo fare? Quando l’ innovazione di successo?

Con questo scritto provera dare delle risposte a queste 5 domande.

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